mercoledì 10 dicembre 2008

Il programma

"Non c'è bisogno della fantascienza per concepire un meccanismo di controllo che dia in ogni momento la posizione di un elemento in ambiente aperto, animale in una riserva, uomo in una impresa (collare elettronico). Félix Guattari immagina una città in cui ciascuno può lasciare il suo appartamento, la sua strada, il suo quartiere grazie alla sua carta elettronica (dividuale) che faccia alzare questa o quella barriera, e allo stesso modo la carta può essere respinta quel giorno o entro la tal ora; ciò che conta non è la barriera ma il computer che ritrova la posizione di ciascuno, lecita o illecita, ed opera una modulazione universale. Lo studio socio-tecnico dei meccanismi del controllo, visti nel momento della loro nascita, dovrà essere categoriale e descrivere ciò che è già in procinto di installarsi al posto degli ambienti di reclusione disciplinare, di cui tutto annuncia la crisi. Può darsi che vecchi mezzi improntati alle antiche società di sovranità, riappaiano sulla scena, ma con gli adattamenti necessari. Ciò che conta è che noi siamo all'inizio di qualcosa. Nel regime delle prigioni: la ricerca di pene "sostitutive" almeno per la piccola delinquenza, l'utilizzo di collari elettronici che impongono al condannato di rimanere a casa in certe ore. Nel regime dell'istruzione: le forme di controllo continuo e l'azione di formazione permanente sulla scuola, il corrispondente abbandono di ogni ricerca all'università, l'introduzione dell'"impresa" a tutti i livelli di scolarità. Nel regime ospedaliero: la nuova medicina "senza medico né malato" che tratta malati potenziali e soggetti a rischio, non testimonia assolutamente di un progresso verso l'individuazione, come si dice, ma sostituisce ad un corpo individuale o numerico, la cifra di una materia "dividuale" da controllare. Nel regime d'impresa: i nuovi trattamenti del denaro, dei prodotti e degli uomini che non passano più per la vecchia forma-fabbrica. Sono degli esempi molto ridotti, ma che permettono di capire meglio che cosa si intenda per crisi delle istituzioni, cioè l'installazione progressiva e diffusa di un nuovo regime di dominazione. Una delle questioni più importanti riguarda l'inettitudine dei sindacati: legati in tutta la loro storia alla lotta contro le discipline o negli ambienti di reclusione, si potranno adattare o lasceranno il posto a delle nuove forme di resistenza contro le società del controllo? Si possono già cogliere delle anticipazioni di queste forme a venire, capaci di attaccare le gioie del marketing? Molti giovani pretendono, stranamente, di essere "motivati", richiedono stage e formazione permanente; a loro toccherà scoprire ciò a cui questo li asservisce, come i loro antenati hanno scoperto non senza pena le discipline. Le spire di un serpente sono ancora più complicate dei buchi di una talpa".

Gilles Deleuze, La società del controllo, 1990

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