venerdì 23 gennaio 2009
lunedì 19 gennaio 2009
Zero commenti (scusate il disagio)
# Berlusconi propone Israele nell'Unione Europea. A questo punto perchè non la Libia? Ma che se ne fregano i sionisti di noi europei quando hanno gli americani dietro...
# E quindi i famosi bus atei non potranno girare per le strade di Genova. Per la casa pubblicitaria è sgradevole accettare un messaggio come "Dio non esiste", anzi, la frase proposta era "La notizia cattiva è che Dio non esiste, quella buona è che non ne hai bisogno". La trovata dell'UAAR era simpatica, anche se io avrei preferito di gran lunga la rivelazione del racconto di Alessandra Daniele su Carmilla : Dio c'è, ma è uno scarafaggio.
# Ho fatto un giro tra i siti dei più famosi "blogger" italici. Quelli con il nome di filosofi. Quelli che se scrivono un post "oggi ho fatto un rutto" sotto ci trovi 268 commenti. Quelli che poi hanno pubblicato libri. Le star della blogsfera, tanto per intenderci. In generale il quadro è sconfortante, per le cose che dicono e il retroterra culturale che offrono al pubblico. D'altra parte non vedo il perchè se in questo paese fa tutto così schifo dovrebbero fare eccezione i blog. Quindi mi tengo con piacere i miei 0 commenti, anche a questo post.
# La mutazione gentica in corso è ormai allo stato conclusivo e gli alieni si stanno impossessando definitivamente del pianeta terra. Non ci credete? Guardatevi una puntata di Amici di Maria De Filippi. Guardateli negli occhi, i ragazzi che partecipano al programma, guardate quella sinistra luce giallastra nei loro occhietti di alien. Concentratevi, per un attimo non guardate le gambe delle ballerine o le tette delle cantanti (lo schermo con cui si presentano su questo pianeta per fiaccare le nostre resistenze e dominarci con più facilità). Capirete allora che i contrasti tra i professori per il voto da dare alle loro esibizioni o per le tecniche di insegnamento sono un falso problema. ESSI sono tra noi.
sabato 17 gennaio 2009
Il giuramento di Obama e i cartoni animati giapponesi
giovedì 15 gennaio 2009
Dieci cose su Gaza che non sentirete mai dal TG1
2) L' “operazione piombo fuso” è iniziata due giorni dopo Natale. E' stata abbinata ad una campagna internazionale di pubbliche relazioni preparata molto attentamente sotto gli auspici della Ministra degli Esteri israeliana. Gli obiettivi miliari di Hamas non sono l' obiettivo principale. L' “Operazione piombo fuso” ha il fine, chiaramente voluto, di causare vittime civili. Quello a cui assistiamo è un “disastro umanitario pianificato” a Gaza. L'obiettivo di lungo termine di questo piano, così come è stato formulato dai responsabili politici israeliani, è l'espulsione dei palestinesi dalle terre palestinesi.
3) “Terrorizzare la popolazione civile, assicurando la massima distruzione di proprietà e risorse culturali. La vita giornaliera dei palestinesi deve arrivare ad essere insopportabile: bisogna segregarli in città e borghi, impedire loro lo svolgimento di una vita economica normale, allontanarli dai luoghi di lavoro, scuole e ospedali. Ciò incoraggerà l'emigrazione e indebolirà la resistenza alle espulsioni future.” (Ur Shlonsky, citato da Ghali Hassan, Gaza: “La prigione più grande del mondo, Global research, 2005)
4) Dopo la tregua della Mecca, con la quale si consentiva alla popolazione della Striscia di Gaza di riprendere gli aiuti umanitari e di aprire i valichi con l'Egitto in cambio del lancio di razzi da parte di Hamas, Israele ha violato ogni accordo intrapreso impedendo l'apertura dei valichi e continuando gli attacchi contro i civili. Tutto ciò prima degli attuali bombardamenti e dell'invasione, programmata a tavolino già alcuni mesi fa dall'esercito israeliano.
5) Si fa un gran parlare di Israele come l'unica Democrazia della regione mediorientale. A parte che dovremmo lasciar stare, formalmente, la Turchia e gli stessi Territori Palestinesi, può considerarsi veramnente democratico uno Stato che elimina dalla competizione elettorale alcuni partiti, quelli di sinistra araba, perchè li accusa di essere dalla parte dei palestinesi?
6) Si ricorda sempre la natura "terroristica" di Hamas, perchè rientrerebbe nella famosa lista nera di Bush, e del suo famigerato art.7 che proclamerebbe la distruzione dello Stato di Israele. In realtà Hamas è un movimento politico nazionalista, con un grande sostegno popolare, che ha un progetto politico speculare a quello sionista : la creazione di uno Stato Palestinese in luogo di quello di Israele. Per raggiungere il suo scopo non progetta nessuno sterminio ma cerca, piuttosto, nelle attuali condizioni, di difendersi dal proprio sterminio.
7) Dopo che Hamas ha vinto le libere elezioni nei territori, in alleanza anche con movimenti laici, di sinistra e cristiani, è entrato in contrasto con la parte più filo-egiziana e corrotta di Fatah. Il contrasto è stato alimentato ad arte da Israele, che ha fornito armi alla fazione di Fatah ed ha rapito ed incarcerato ben 45 dei deputati eletti da Hamas. Contrariamente a quanto dice il presidente Napolitano, la divisione dei palestinesi non ha un unico responsabile nei cattivi terroristi di Hamas, ma è stata causata in primo luogo dalla sfiducia della popolazione civile verso Fatah e dai finti accordi di pace sponsorizzati dagli USA.
8) Il governo regolarmente eletto di Hamas ha subìto un colpo di stato da parte di Fatah in Cisgiordania con l'appoggio di Israele. Hamas è rimasto in carica a Gaza. Spesso si afferma erroneamente, invece, che Hamas ha compiuto un colpo di stato a Gaza.
9) Si parla spesso dell'appoggio dell'Iran e della Siria ad Hamas, intendendo così una sua appartenenza al cosiddetto "Asse del Male" avversato da Washington, Asse che arriverebbe fino a Osama Bin Laden. Di contro, appare inelegante dire che Israele è appoggiata economicamente e militarmente dagli USA. Anche ora, dopo il massacro di mille persone, sono in arrivo pesanti rifornimenti americani dalla Grecia.
10) Avversare il progetto di espansionismo sionista ed il suo Stato etnico-religioso comporta sempre l'accusa infamante di antisemitismo. A parte che anche gli arabi sono "semiti", ma l'equazione tra difesa della cultura ebraica, ricordo dello sterminio nazista e appoggio alla politica sionista fa acqua da tutte le parti. Anche lo scetticismo verso la formula "due popoli due Stati" non significa certo l'appoggiare un nuovo genocidio, quanto piuttosto immanginare un nuovo Stato nella regione che ammetta laicamente e democraticamente più culture. Cosa che non fa oggi Israele.
martedì 13 gennaio 2009
Pop Irno - 5
Il Segretario provinciale Giuseppe Rosone prende la parola all'inizio dell'affollata riunione del Comitato Politico Federale del partito. La sala è incredibilmente piena, c'è gente che non si è mai vista a nessuna delle precedenti assemblee, sono quelli che vengono solo quando c'è qualcosa di importante su cui votare. Sono i sindacalisti o gli operatori sociali, sono quelli ricattabili nel loro posto di lavoro, quelli a cui puoi dire per chi devono votare e sai benissimo che loro lo faranno. Sono venuti fin qui scarpinando per tutta la provincia ed ora si sorbiscono questa pallossissima riunione con l'occhio rivolto sull'orologio sperando che lo strazio finisca al più presto.
Rosone è nervoso. Ha letto e riletto il discorso decine di volte prima di presentarsi al suo pubblico. Lo ha riempito di citazioni di Marx, Marcuse, Che Guevara e ci ha messo una dedica finale a sua moglie.
Inizia la relazione con una lunga tirata sul declino economico della provincia, sulla deindustrializzazione, sulla perdita di posti di lavoro e bla bla bla. Pochi seguono, altri si leggono il giornale e quelli che contano, quelli che hanno chiamato i sindacalisti dal culo della provincia per votare come dicono loro, quelli lì sono nel corridoio che fanno la conta dei voti.
Franco Monti ha lo sguardo triste e parla con Tiziana Di Palma, sua fedelissima nel comitato.
- Franco, ho fatto e rifatto il conto. Stiamo sopra di tre voti. Stai tranquillo.
Monti non è ancora sicuro, il conteggio lo ha fatto pure lui, ma c'è pure qualche voto imprevedibile di qualcuno che si diverte a seguire Rosone oppure crede di fare di testa sua. Monti lo ha messo in preventivo ed il suo conto è diverso. Considerate le astensioni, può andare sotto. E se va sotto è la fine.
- Allora per fare fuori quel coglione di Rosone occorrerà chiamare Roma, inventarsi qualcosa di violento, commissariare il partito o prenderlo a picconate in testa. Sennò ci pensa la Belva a fare fuori a lui e a questa eventualità non ci voglio proprio pensare. Quel coglione impazzito di Rosone.
Monti sibila alla Di Palma.
Non ha neanche capito che stava lì solo per fare il volere di Monti e quindi della Belva, soprattutto riguardo a quelle cose così importanti, quelle cose che si contavano in centinaia di migliaia di euro in appalti, in mazzette e mattoni. Ora lui se ne sta lì, nell'altra stanza a finire quel suo discorso mongoloide su come fare la verifica dell'accordo di maggioranza con il Partito Riformista. Sì, la verifica, ci vai tu a parlare con la Belva e gli porti i punti programmatici sulla Pop Irno. Quello ti squarta. Coglione di un Rosone, pensa Monti.
La proposta è ai voti. Monti aveva visto bene. Quell'idiota di Franceschi alla fine si è lasciato convincere da Guarneri ed ora siamo pari. Ventiquattro voti a ventiquattro. Più il voto di Rosone e la frittata è fatta. Ha perso. I pazzi hanno un voto in più.
- Aspettate! Aspettate! - Tiziana Di Palma agita le braccia e sbraita attirando l'attenzione della sala- Il voto è irregolare, va ripetuto! C'è un compagno della provincia che non ha potuto votare!
Rosone è viola in volto e urla, - Il voto è regolarissimo, per un voto si fa la verifica!
Attorno scoppia il caos, i votanti si affacciano sul seggio e qualcuno prende in mano le schede con i sì e con i no. Il garante regionale cerca di mediare e di convincere le parti in lotta senza grossa convinzione. A turno se lo prendono in disparte Guarneri e Monti per suggerirgli le mosse e portarselo sulla propria sponda.
Nella bolgia dei votanti la Di Palma si azzuffa a capelli con un'altra compagna del gruppo di Rosone, mentre Monti chiude il cellulare. Non può finire così, pensa. Muoia Sansone con tutti i filistei. Meglio il caos ora che la segreteria ancora in sella. Un po' di casino e qualcuno di fiducia per portare ordine a modo mio, pensa Monti.
Nella sala entrano cinque uomini di Monti, assunti dalla cooperativa di pulizie creata dal suo assessorato, per gentile concessione della Belva. Uno di loro affronta Guarneri a muso duro. E' alto quasi due metri.
- Compagni, chi sono questi qui! Che c'entrano? Dobbiamo riportare la calma nell'assemblea, bisogna far rispettare la democrazia! - urla qualcuno.
Rosone si siede in un angolo paonazzo in volto. L'energumeno scagnozzo di Monti prende Guarneri per la giacca e gli sferra una testata sul naso. Guarneri si accascia. La riunione è finita.
lunedì 12 gennaio 2009
Asimmetrico
# Ho letto su internet la dolente ultima Liberazione di Sansonetti. Una cosa assolutamente ridicola e fuori luogo. Una specie di maldestro tentativo di farsi martiti della libertà di stampa, ultime vittime dello stalinismo, portatori inascoltati di una sinistra libertaria, oppressa da un partito grigio, burocratico e repressivo. Per giunta omofobo. Ma dde che? Quali vittime? La compagnia bertinottiana? I berty boys ex-giovani comunisti? I grandi strateghi alla G.Migliore? Ma veramente fanno? Io mi chiedo solo se un partito guidato da Niki Vendola avrebbe mai tollerato una Liberazione diretta da uno della eventuale minoranza. Non credo proprio sarebbe mai avvenuto e non lo dico per ipotesi, ma perchè quando gli è toccato di espellere, mettere in riga e farsi giudici non hanno mai esitato un attimo nel farlo. Non so se ricordate un certo F.Turigliatto. Mi stupiscono, in fondo, solo due cose. La prima è che noi lettori dovremmo credere a questa pantomima del direttore libertario silurato dai cattivi. La seconda è che vecchi compagni esterni al Prc come Bifo e Scalzone possano partecipare a questa farsa nel ruolo degli indipendenti ospitati grazie al giornale antistalinista come loro. Comunque questa storia finirà per dare una ragione pubblicitaria in più alla scissione vendoliana. Nientedimeno.
# A Spinesi lo aspetto con il numero sulla maglietta in campo.
domenica 11 gennaio 2009
Disindividuo
sabato 10 gennaio 2009
Alcool Bari
giovedì 8 gennaio 2009
Un progetto di legge infame
Partigiani e deportati come le truppe di Salò | |
di Gemma Contin Un progetto di legge, numero 1360, e un colpo di mano che metterà il Parlamento di fronte alla scelta di equiparare i partigiani che combatterono contro il fascismo e il nazismo, contro la guerra praticata da Benito Mussolini a fianco di Adolf Hitler, per la liberazione dell'Italia da un'infame dittatura interna ed esterna, con i miliziani della Repubblica di Salò, le truppe irriducibili che volevano continuare a tenere il Paese a ferro e fuoco, quelli che consegnarono migliaia di ragazzi italiani nelle mani dei rastrellatori tedeschi e gli ebrei del ghetto di Roma, di Venezia, di Torino, di Milano, nelle mani dei loro torturatori e di chi li avrebbe avviati ai lager e ai forni crematori. fonte Liberazione.it |
martedì 6 gennaio 2009
Fortress Europe
Tajo, Nigeria
“Conosco personalmente almeno due casi di ragazzi ammazzati dagli agenti di polizia a Tripoli. Il primo
è un ragazzo nigeriano, di nome Idewin. Venne arrestato a Tripoli durante una retata e morì pochi
giorni dopo per una brutta ferita alla testa causata da un colpo di manganello. L’altro era un ghanese.
L’avevano portato al commissariato, non so esattamente perché. So solo che morì per un colpo fatale
che gli sferrarono al collo durante un pestaggio, era nel febbraio del 2007”
Sium, Eritrea
“Eravamo partiti dalla Libia, dopo tre giorni di viaggio abbiamo perso la rotta e girando a vuoto
abbiamo finito la benzina. Siamo stati intercettati da una nave militare libica che ci ha riportato sulla
costa. Sono stato imprigionato per quattro mesi durante i quali mi hanno trasferito in cinque prigioni
diverse: Fellah, Ajdabiya; Marj, Binghazi, Kufrah”
Fatawhit, Eritrea
“Ho visto molte donne violentate nel centro di detenzione di Kufrah. I poliziotti entravano nella
stanza, prendevano una donna e la violentavano in gruppo davanti a tutti. Non facevano alcuna
distinzione tra donne sposate e donne sole, Molte di loro sono rimaste incinta e molte di loro sono state
obbligate a subire un aborto, fatto nella clandestinità, mettendo a forte rischio la propria vita. Ho visto
molte donne piangere perché i loro mariti erano picchiati, ma non serviva a fermare i colpi dei
manganelli sulle loro schiene”.
Selam, Etiopia
Wares, Eritrea
“Se una persona scappa, tutti gli altri sono portati nel cortile per essere sottoposti ad un interrogatorio
sulle sorti del fuggitivo. Chi non risponde o dice di non sapere niente viene picchiato con il manganello.
A volte utilizzano un manganello che dà la scossa elettrica”.
Possiamo far finta di niente oppure attivarci in qualche maniera, ad esempio firmando QUI una petizione on line indirizzata a Parlamento Italiano, Parlamento e Commissione Europea e Unhcr, per fare chiarezza sulle condizioni dei migranti africani in Libia e sulle responsabilità italiane.
lunedì 5 gennaio 2009
Identity 2.0
sabato 3 gennaio 2009
Gaza è sola
venerdì 2 gennaio 2009
Pop Irno - 4
Quando Matteo Spada entra nella sala del centro sociale occupato la riunione è già cominciata da un pezzo. Giusto il tempo di andare all'ospedale a visitare Giuliano Colla ed essere respinti all'ingresso per aver superato il termine dell'orario consentito di visita. Poi, un bel po' di traffico in tangenziale ed ora di corsa all'incontro del comitato cittadino contro la cementificazione.
I muri del centro sono impregnati di umidità e le scritte inneggianti al Chiapas ed alla Palestina stanno scolorendo. La stanza è fredda e non riscaldata e la ventina di brutte sedie disposte in circolo sono malamente illuminate. Un ragazzo con dei lunghi capelli rasata ha appena finito di parlare quando Matteo si siede sulla sua traballante sedia appena dietro il cerchio della riunione. La parola passa a Paolo Bronzelli, per tutti Bronx, storico leader del centro sociale.
- Cari compagni qua la faccenda è complicata. Il consiglio comunale ormai ha fatto passare la variante principale al piano regolatore, quella che destinerà tutta la zona ad un livello commerciale. Il progetto è chiaro, ci sta già il progetto di far passare la strada sopra al centro sociale e di abbatterlo tra pochi mesi. Compagni, qua dobbiamo iniziare a formare un'assemblea cittadina contro lo sgombero e contro la disoccupazione in città, un comitato che coinvolga tutte le forze sindacali e politiche...
Matteo Spada rimane ad ascoltare con il solito fastidio le parole di Bronx. Non riusciva mai a tollerare quel suo tono vittimistico e le sparate improvvise dettate dalla sua sindrome del complotto. Per esempio, non gli risultava assolutamente che ci fosse in programma la costruzione di una strada o di un'autostrada al posto del centro sociale. D'altra parte era difficile stare dietro alle previsioni catastrofiche di Bronx quando cominciava a parlare in pubblico. I suoi discorsi partivano da un appello allarmistico sul possibile imminente sgombero del centro, per poi passare ad un rapido cenno alle lotte dei lavoratori colombiani o pakistani per poi finire con un improvviso attacco a qualche consigliere comunale un tempo suo caro amico. Proprio come stasera. Spada aveva smesso di cercare di capire quali fossero i riferimenti e gli alleati politici di Bronx, visto che cambiavano ogni settimana.
- Per questo non dobbiamo scherzare sulla situazione che è delicatissima, compagni. E' inutile che facciamo delle battaglie perse sul complesso del piano regolatore e poi ci troviamo con il culo per terra con l'unico luogo di aggregazione giovanile della città sgomberato dopodomani...
Questa è un'allusione a qualche suo vecchio compagno ora in consiglio comunale, pensa Matteo, stai a vedere che Bronx ha qualcosa da ridire sul voto di astensione di Guarneri sul piano di Pop Irno. Forse voleva un voto favorevole? Come la Belva? I soliti contorcimenti politicisti di Bronx, pensa Matteo Spada, oppure qualche manovra peggiore su cui mi rifiuto di indagare.
Lo stesso giovane consigliere Guarneri, evidentemente chiamato in causa da Bronx, anche se non con una chiara accusa esplicita, fa un salto sulla sedia. Si aspettava tutto da quella riunione al centro sociale, tranne che venire criticato, anche se in maniera allusiva, di essersi schierato contro l'approvazione delle varianti in consiglio comunale. Casomai, in quel luogo si sarebbe atteso di dover rispondere alla solita richiesta dei compagni lì presenti, e cioè perché il suo partito rimanesse ancora in giunta con la Belva e cosa aspettasse lui a dare le dimissioni dal partito. Insomma, non si aspettava proprio di dover sentire le stesse parole di Franco Monti in quella sede. Forse è per questo che Franco Monti se la ridacchia nel baretto del centro, apparentemente distaccato dal dibattito in corso nella gelida stanza delle riunioni, pensa Matteo Spada. E come al solito, Bronx e Monti sono d'accordo, anche se poi mi toccherà sentire ancora l'uno parlare male dell'altro per ore, si disse Spada.
giovedì 1 gennaio 2009
Ricostituzione
di Alessandra Daniele
Dopo la riforma Alfano della Giustizia, si annuncia per il 2009 la riforma della Costituzione. Carmilla è già in grado di pubblicare in il testo dei nuovi Principi Fondamentali, firmato dal premier Silvio Berlusconi.
Art 1
L'Italia era una Repubblica immaginaria e priva di fondamento, che smentisco decisamente.
La sovranità apparteneva al popolo, che però me l’ ha data in cambio di qualche promessa, e qualche regalino, come fanno sempre anche le mie care collaboratrici.
Quindi l’Italia adesso è una Remia, una Res mia.
Art 2
La Remia non riconosce i diritti dell'uomo se li incontra così, per strada. Non se li può mica ricordare tutti di faccia. Ci vuole almeno la carta d’identità giusta, ma è molto meglio la carta di credito.
Art 3
Tutti i cittadini sono diversi davanti alla legge, in base a sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, e soprattutto reddito.
È compito della Remia personalizzare il più possibile la legge, anche con simpatici adesivi colorati da indossare, in modo da evitare il grigiore anonimo dell’uguaglianza.
Art 4
La Remia riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, ma non al salario.
Ogni cittadino ha inoltre il dovere di svolgere un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale delle società del gruppo Mediaset.
Va bene anche guardare “I Cesaroni”.
Art 5
La Remia, una e trina, è formata da tre mandamenti in subappalto ai capi- mandamento locali alleati del Polipo delle Libertà. Il principale alleato nazionale del PdL, il Vaticano, ha invece diritto di vita, di morte, e di coma, su tutto il territorio nazionale.
Art 6
La Remia spranga, brucia, rastrella, ed espelle con apposite norme le minoranze di ogni tipo.
Art 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono una cosa sola. Con due teste, otto zampe, e migliaia di occhi.
Art 8
Tutte le confessioni religiose sono diverse davanti alla legge.
Le confessioni religiose differenti dalla cattolica vanno suddivise in:
a) Sbagliate e perverse, ma trascurabili perché molto minoritarie.
Da sfottere, ma sopportare, finché non rompono i coglioni.
b) Sbagliate, perverse, e pericolose, perché terroriste e terrone, cioè terroniste. Da combattere con ogni (ani)male necessario, dai maiali incontinenti, alle retate a cazzo di cane.
Art 9
Quando la Remia sente la parola “cultura”, mette mano alla pistola.
La ricerca scientifica e tecnica è subordinata alle direttive vaticane.
Il paesaggio e il patrimonio storico e artistico d’Italia devono levarsi dai coglioni delle aree edificabili, e delle Grandi Opere.
Art 10
La condizione giuridica dello straniero è regolata dall’umore di Olindo e Rosa Bazzi.
Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, sarà subito rispedito a crepare lì.
L'estradizione dello straniero per reati politici sarà eseguita dai servizi segreti più interessati a torturarlo.
Art 11
L'Italia sposa la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, e come mezzo per leccare il culo ai paesi più potenti nelle controversie internazionali. Però creativamente la definisce con un altro nome. Essendo il nickname “missione di pace” già usurato, sarà sostituito da “Festival di Sanremo”.
Il prossimo Festival di Sanremo si svolgerà in Iran.
Art 12
La bandiera della Remia è il nuovo tricolore italiano: verde Padano, bianco Vaticano, e azzurro delle Libertà. Il rosso viene abolito per decreto presidenzale su tutto il territorio della Remia.
Chi volesse dare un ultimo saluto al testo del 1947, entrato in vigore il 1º gennaio 1948, lo trova qui