giovedì 25 dicembre 2008

Pop Irno

Uno

Manuela sfoglia l'ultimo numero di Cioè nella stanzetta dipinta di celeste con le pareti ricoperte dei poster dei suoi cantanti preferiti. Sicuramente la sfida è vinta da Tiziano Ferro, primo di gran lunga per aver totalizzato la bellezza di sette poster, raffigurato in tutte le posizioni possibili e immaginabili. Tiziano Ferro al microfono che canta dal vivo, con la maglietta, col cappotto, con lo sguardo languido che osserva di sbieco il tavolino su cui è seduta Manuela mentre sta scrivendo l'ultima pagina del suo diario di scuola.

Oggi Cristina è stata un vera stronza!!! Mi aveva detto che mi avrebbe accompagnato con il motorino alla serata in discoteca al Blue Garden, mentre poi non si è fatta sentire più e ha spento il cellulare, quella cretina. Mi sono dovuta far accompagnare da papi che poi mi è venuto a riprendere alle undici e mezza...Non c'è stato il tempo di vedere e di parlare con Massimo, che quando è arrivato in discoteca me ne sono dovuta andare di corsa!!! Caro Diario, mannaggia la miseria, volevo incontrare Massimo!!!


Seguono venticinque punti esclamativi e settantadue cuoricini rossi che contornano la fotografia fatta col cellulare e stampata ed attaccata con lo scotch sul diario con Massimo mentre fuma una sigaretta sopra il motorino nei giardinetti davanti alla scuola. Se Massimo avesse fatto dei poster su Cioè supererebbe Tiziano Ferro sulla parete di Manuela. Purtroppo è primo solo nel Diario di Hello Kitty rosa fosforescente quanto a foto scattate e disegni fatti a mano libera.

Boom. Boom.

Due colpi sordi, appena attutiti dalle sottili pareti che dividono la stanza di Manuela da quella di suo fratello Giuliano. Giuliano sta finendo il suo articolo per il Blog d'inchiesta Irno News che sono le tre di pomeriggio. Una ricostruzione particolareggiata, come al solito, di tutti i passaggi dei rapporti intercorsi tra l'associazione degli industriali provinciale, dei deputati eletti nei collegi della regione e dei costruttori locali, con qualche riferimento allusivo alla presenza della camorra nell'affare. Quest'ultimo riferimento Giuliano non sapeva se metterlo. Le cose di cui aveva sentito parlare erano chiare, il quadro che aveva dipinto si stagliava ormai con perfezione sullo sfondo corrotto e ipocrita di una città governata dal Partito Riformista e dalle giunte elette di centro sinistra. Solo che non era sicuro se gli conveniva dirla proprio tutta. Ora si sentiva come Roberto Saviano sul finire di scrivere Gomorra, quando ormai tutto il materiale documentario scoperto sui Casalesi e la prosa popolare e romanzata del suo capolavoro reclamavano di uscire dal computer per stamparsi sui milioni di libri della Mondadori per proclamare all'intero universo la verità sugli affari della camorra. Che poi era finita come tutti sapevano, quindi era pure lecito il domandarsi in anticipo e non dopo come aveva fatto Saviano sul chi glielo facesse fare, in effetti. Si era dunque deciso ad un compromesso interno nelle cose che avrebbe scritto omettendo almeno quelle di cui non era assolutamente certo o almeno quelle che di sicuro gli avrebbero causato problemi immediati di querele e simili. Non si identificava, tutto sommato, nei panni del profeta biblico nato con l'obbligo morale di annunciare la verità di Dio, il profeta che porta la parola uscita dal fuoco del roveto ardente a costo della sua stessa vita. Era solo una specie di giornalista con la passione delle inchieste finanziarie e politiche e sugli intrecci tra la politica e i loschi affari economici. Poi, diciamocelo, più che un giornalista, che nessuno di Irno News gli avrebbe mai pagato un articolo che uno, poteva dirsi un blogger o un aspirante giornalista. Non per questo si deprimeva e continuava a scrivere su quell'inchiesta, anche se con una certa cautela. Quello che non poteva sapere era che le prime due puntate pubblicate sul suo sito internet e su quello del giornale locale su cui scriveva, avevano fatto un po' il giro della rete ed avevano suscitato un certo interesse in molti addetti ai lavori, nei protagonisti delle vicende narrate e anche in qualche magistrato. Lui non faceva altro che raccogliere informazioni di qua e di là e metterle assieme, formando un quadro completo e coerente alla storia. Dalla stanza accanto si potevano sentire le parole di Tiziano Ferro :

Ho combattuto il silenzio parlandogli addosso
E levigato la tua assenza solo con le mie braccia


-Manu, cristo! Abbassa quel volume!
-E non rompere!

Giuliano abbassa sconsolato gli occhi sulla tastiera. Gli è sembrato di sentire suonare alla porta ma non è sicuro, la musica è troppo alta.

Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà


Si, cazzo, è proprio la porta e Giuliano si alza bofonchiando a chi gli sta interrompendo il lavoro, la fine dell'articolo, i pensieri di paragone con Roberto Saviano e quella stramaledettissima musica di Tiziano Ferro che gli ronzava nelle orecchie. Apre la porta senza vedere nello spioncino. Davanti a lui c'è un uomo con una mano in tasca.

- Giuliano Colla?
- Si, sono io.

L'uomo si leva la mano dalla tasca rapido e spunta una pistola, Giuliano apre la bocca per lo stupore e guarda l'uomo premere il grilletto. Boom, boom. Due colpi. L'uomo corre giù per le scale e chiuso il portone corre via in strada. Giuliano rimane a guardarsi attonito le gambe. Il sangue comincia ad uscire dai due fori provocati dai proiettili, due, uno sopra e uno sotto il ginocchio destro.

Perché fa male male
Male da morire
Senza te
Senza te
Senza te
Senza te


Cazzo, mi hanno sparato alle gambe, pensa Giuliano. Mentre si aggrappa al mobiletto del corridoio.

Manuela esce dalla stanza e urla. Giulianooooo!

- Manu, chiama l'ambulanza...

(Continua)

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