giovedì 15 gennaio 2009

Dieci cose su Gaza che non sentirete mai dal TG1

1) Quella in atto non è un'azione di guerra, ma un autentico atto terroristico da parte di uno Stato contro una popolazione messa sotto assedio. Il disprezzo di ogni norma e convenzione internazionale, la strage di civili, di donne e bambini, l'utilizzo di armi chimiche sono parte di un progetto studiato e programmato. Non c'è nessun esercito da sconfiggere, ma solo una popolazione da ridurre allo stremo e una resistenza da rendere inoffensiva.

2) L' “operazione piombo fuso” è iniziata due giorni dopo Natale. E' stata abbinata ad una campagna internazionale di pubbliche relazioni preparata molto attentamente sotto gli auspici della Ministra degli Esteri israeliana. Gli obiettivi miliari di Hamas non sono l' obiettivo principale. L' “Operazione piombo fuso” ha il fine, chiaramente voluto, di causare vittime civili. Quello a cui assistiamo è un “disastro umanitario pianificato” a Gaza. L'obiettivo di lungo termine di questo piano, così come è stato formulato dai responsabili politici israeliani, è l'espulsione dei palestinesi dalle terre palestinesi.

3) “Terrorizzare la popolazione civile, assicurando la massima distruzione di proprietà e risorse culturali. La vita giornaliera dei palestinesi deve arrivare ad essere insopportabile: bisogna segregarli in città e borghi, impedire loro lo svolgimento di una vita economica normale, allontanarli dai luoghi di lavoro, scuole e ospedali. Ciò incoraggerà l'emigrazione e indebolirà la resistenza alle espulsioni future.” (Ur Shlonsky, citato da Ghali Hassan, Gaza: “La prigione più grande del mondo, Global research, 2005)

4) Dopo la tregua della Mecca, con la quale si consentiva alla popolazione della Striscia di Gaza di riprendere gli aiuti umanitari e di aprire i valichi con l'Egitto in cambio del lancio di razzi da parte di Hamas, Israele ha violato ogni accordo intrapreso impedendo l'apertura dei valichi e continuando gli attacchi contro i civili. Tutto ciò prima degli attuali bombardamenti e dell'invasione, programmata a tavolino già alcuni mesi fa dall'esercito israeliano.

5) Si fa un gran parlare di Israele come l'unica Democrazia della regione mediorientale. A parte che dovremmo lasciar stare, formalmente, la Turchia e gli stessi Territori Palestinesi, può considerarsi veramnente democratico uno Stato che elimina dalla competizione elettorale alcuni partiti, quelli di sinistra araba, perchè li accusa di essere dalla parte dei palestinesi?

6) Si ricorda sempre la natura "terroristica" di Hamas, perchè rientrerebbe nella famosa lista nera di Bush, e del suo famigerato art.7 che proclamerebbe la distruzione dello Stato di Israele. In realtà Hamas è un movimento politico nazionalista, con un grande sostegno popolare, che ha un progetto politico speculare a quello sionista : la creazione di uno Stato Palestinese in luogo di quello di Israele. Per raggiungere il suo scopo non progetta nessuno sterminio ma cerca, piuttosto, nelle attuali condizioni, di difendersi dal proprio sterminio.

7) Dopo che Hamas ha vinto le libere elezioni nei territori, in alleanza anche con movimenti laici, di sinistra e cristiani, è entrato in contrasto con la parte più filo-egiziana e corrotta di Fatah. Il contrasto è stato alimentato ad arte da Israele, che ha fornito armi alla fazione di Fatah ed ha rapito ed incarcerato ben 45 dei deputati eletti da Hamas. Contrariamente a quanto dice il presidente Napolitano, la divisione dei palestinesi non ha un unico responsabile nei cattivi terroristi di Hamas, ma è stata causata in primo luogo dalla sfiducia della popolazione civile verso Fatah e dai finti accordi di pace sponsorizzati dagli USA.

8) Il governo regolarmente eletto di Hamas ha subìto un colpo di stato da parte di Fatah in Cisgiordania con l'appoggio di Israele. Hamas è rimasto in carica a Gaza. Spesso si afferma erroneamente, invece, che Hamas ha compiuto un colpo di stato a Gaza.

9) Si parla spesso dell'appoggio dell'Iran e della Siria ad Hamas, intendendo così una sua appartenenza al cosiddetto "Asse del Male" avversato da Washington, Asse che arriverebbe fino a Osama Bin Laden. Di contro, appare inelegante dire che Israele è appoggiata economicamente e militarmente dagli USA. Anche ora, dopo il massacro di mille persone, sono in arrivo pesanti rifornimenti americani dalla Grecia.

10) Avversare il progetto di espansionismo sionista ed il suo Stato etnico-religioso comporta sempre l'accusa infamante di antisemitismo. A parte che anche gli arabi sono "semiti", ma l'equazione tra difesa della cultura ebraica, ricordo dello sterminio nazista e appoggio alla politica sionista fa acqua da tutte le parti. Anche lo scetticismo verso la formula "due popoli due Stati" non significa certo l'appoggiare un nuovo genocidio, quanto piuttosto immanginare un nuovo Stato nella regione che ammetta laicamente e democraticamente più culture. Cosa che non fa oggi Israele.


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