venerdì 2 gennaio 2009

Pop Irno - 4

Quando Matteo Spada entra nella sala del centro sociale occupato la riunione è già cominciata da un pezzo. Giusto il tempo di andare all'ospedale a visitare Giuliano Colla ed essere respinti all'ingresso per aver superato il termine dell'orario consentito di visita. Poi, un bel po' di traffico in tangenziale ed ora di corsa all'incontro del comitato cittadino contro la cementificazione.

I muri del centro sono impregnati di umidità e le scritte inneggianti al Chiapas ed alla Palestina stanno scolorendo. La stanza è fredda e non riscaldata e la ventina di brutte sedie disposte in circolo sono malamente illuminate. Un ragazzo con dei lunghi capelli rasata ha appena finito di parlare quando Matteo si siede sulla sua traballante sedia appena dietro il cerchio della riunione. La parola passa a Paolo Bronzelli, per tutti Bronx, storico leader del centro sociale.

- Cari compagni qua la faccenda è complicata. Il consiglio comunale ormai ha fatto passare la variante principale al piano regolatore, quella che destinerà tutta la zona ad un livello commerciale. Il progetto è chiaro, ci sta già il progetto di far passare la strada sopra al centro sociale e di abbatterlo tra pochi mesi. Compagni, qua dobbiamo iniziare a formare un'assemblea cittadina contro lo sgombero e contro la disoccupazione in città, un comitato che coinvolga tutte le forze sindacali e politiche...

Matteo Spada rimane ad ascoltare con il solito fastidio le parole di Bronx. Non riusciva mai a tollerare quel suo tono vittimistico e le sparate improvvise dettate dalla sua sindrome del complotto. Per esempio, non gli risultava assolutamente che ci fosse in programma la costruzione di una strada o di un'autostrada al posto del centro sociale. D'altra parte era difficile stare dietro alle previsioni catastrofiche di Bronx quando cominciava a parlare in pubblico. I suoi discorsi partivano da un appello allarmistico sul possibile imminente sgombero del centro, per poi passare ad un rapido cenno alle lotte dei lavoratori colombiani o pakistani per poi finire con un improvviso attacco a qualche consigliere comunale un tempo suo caro amico. Proprio come stasera. Spada aveva smesso di cercare di capire quali fossero i riferimenti e gli alleati politici di Bronx, visto che cambiavano ogni settimana.

- Per questo non dobbiamo scherzare sulla situazione che è delicatissima, compagni. E' inutile che facciamo delle battaglie perse sul complesso del piano regolatore e poi ci troviamo con il culo per terra con l'unico luogo di aggregazione giovanile della città sgomberato dopodomani...

Questa è un'allusione a qualche suo vecchio compagno ora in consiglio comunale, pensa Matteo, stai a vedere che Bronx ha qualcosa da ridire sul voto di astensione di Guarneri sul piano di Pop Irno. Forse voleva un voto favorevole? Come la Belva? I soliti contorcimenti politicisti di Bronx, pensa Matteo Spada, oppure qualche manovra peggiore su cui mi rifiuto di indagare.

Lo stesso giovane consigliere Guarneri, evidentemente chiamato in causa da Bronx, anche se non con una chiara accusa esplicita, fa un salto sulla sedia. Si aspettava tutto da quella riunione al centro sociale, tranne che venire criticato, anche se in maniera allusiva, di essersi schierato contro l'approvazione delle varianti in consiglio comunale. Casomai, in quel luogo si sarebbe atteso di dover rispondere alla solita richiesta dei compagni lì presenti, e cioè perché il suo partito rimanesse ancora in giunta con la Belva e cosa aspettasse lui a dare le dimissioni dal partito. Insomma, non si aspettava proprio di dover sentire le stesse parole di Franco Monti in quella sede. Forse è per questo che Franco Monti se la ridacchia nel baretto del centro, apparentemente distaccato dal dibattito in corso nella gelida stanza delle riunioni, pensa Matteo Spada. E come al solito, Bronx e Monti sono d'accordo, anche se poi mi toccherà sentire ancora l'uno parlare male dell'altro per ore, si disse Spada.

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