giovedì 4 dicembre 2008

Nun c'è problema

La telefonata arriva durante il viaggio, dopo che siamo usciti dall'autostrada.
- Dice che li ha fermati la Finanza.
- Ma gli hanno trovato il fumo?
- Si. Veramente lo hanno buttato dalla macchina quando hanno visto il posto di blocco, però i finanzieri li hanno sgamati. Comunque non gli hanno fatto il verbale e li hanno lasciati andare.
Questa non ci voleva. Ora ci tocca camminare in culo alle macchine davanti per non farci vedere e fermare pure a noi. Che da stamattina ci stiamo fumando qusto polline spettacolare pieno d'olio che pare che avanti a squagliare hanno fatto la frittata. Vabbè. Per un pelo non facciamo un incidente.
Comunque eccoci qua, destinazione raggiunta. Primo posto di blocco dei carabinieri. Documenti, biglietto, tutto in regola. Nel pullmino affianco ci sta uno drogatissimo tutto esagitato che fa di tutto per farsi arrestare, ma non ci riesce. Ce lo troviamo all'ingresso dello stadio pure a lui. Questa volta non possiamo entrarci con la macchina, nello stadio, che ci mettono su degli autobus scassatissimi e ci portano in corteo. Quando arriviamo e passiamo per i tornelli non è che sia un granchè, con queste inferriate posticce sui gradoni della curva. Solo così potevano fare la serie B questi qua, arrepezzando uno stadio a norma senza criterio, che non si vede un cazzo dell'altra porta.
Fa caldo. Iniziamo. I nostri sono in maglietta bianca. Passa poco e un tiro da lontano fuori dall'area si alza forte e poi si abbassa d'improvviso a fianco al loro portiere che rimane immobile e lo fa passare. E' gol. Non ne vedevo uno da Modena. E poi quello era un rigore. E' gol, non ci credo. Sulle inferriate quasi cadiamo. Passa poco e un nostro contropiede va a segno, il sette scarta ed arriva davanti al portiere. Fa un tiro da sotto col collopiede che si stampa nella rete. Non ci credo. Ne abbiamo fatti due. Venti minuti e sono due. Fa ancora caldo ma iniziano a cadere le prime gocce di pioggia ed un venticello affiora da dietro le spalle.
Poi iniziano loro. Stanno là fuori che non si vede un cazzo. Calcio d'angolo. Gol. Un boato in lontananza. Che nervi. Punizione. Ribattuta e gol. Ci hanno già presi, cazzo. Passa poco e ce ne fanno un altro. Un boato di nuovo in lontananza. Diluvia. Non ci sono ombrelli. Non c'è riparo. Nell'intervallo cerchiamo una tettoia, una cazzo di tettoia che non c'è. Giro per le inferriate della curva e non la trovo, nessuno la trova. Siamo fradici. Mi levo il giubbino, fa freddo ma è meglio così che è inzuppato. Sto sotto le inferriate mentre piove, sto sui gradoni a filo del campo e vedo il loro contropiede. Un altro gol. Un altro tiro ancora e gol. Sono cinque. Uno dei nostri si fa cacciare, sono sei. Ancora boati in lontananza e microfoni dalla tribuna col nome del giocatore loro. Si comincia a cantare che a noi non ce ne frega proprio niente. Siamo comunque i migliori, o almeno così è che la pensiamo. Pure io, nel pullmann che ci riporta al parcheggio, mentre cantiamo, caccio fuori dal finestrino il pollice in alto in segno di vittoria mentre sulla strada ci fanno gestacci. Siamo i più forti. Nun c'è problema.

1 commento:

Ceci n'est pas... ha detto...

siamo i migliori a prescindere. siamo i più forti. quelli più deboli, più adatti ai mutamenti. perchè se non si può vivere fuori dalla rappresentazione amico/nemico, come il calcio ci insegna (perchè non è da sottovalutare, il calcio), beh, allora tanto vale fare gol!