martedì 13 gennaio 2009

Pop Irno - 5

Il Segretario provinciale Giuseppe Rosone prende la parola all'inizio dell'affollata riunione del Comitato Politico Federale del partito. La sala è incredibilmente piena, c'è gente che non si è mai vista a nessuna delle precedenti assemblee, sono quelli che vengono solo quando c'è qualcosa di importante su cui votare. Sono i sindacalisti o gli operatori sociali, sono quelli ricattabili nel loro posto di lavoro, quelli a cui puoi dire per chi devono votare e sai benissimo che loro lo faranno. Sono venuti fin qui scarpinando per tutta la provincia ed ora si sorbiscono questa pallossissima riunione con l'occhio rivolto sull'orologio sperando che lo strazio finisca al più presto.

Rosone è nervoso. Ha letto e riletto il discorso decine di volte prima di presentarsi al suo pubblico. Lo ha riempito di citazioni di Marx, Marcuse, Che Guevara e ci ha messo una dedica finale a sua moglie.

Inizia la relazione con una lunga tirata sul declino economico della provincia, sulla deindustrializzazione, sulla perdita di posti di lavoro e bla bla bla. Pochi seguono, altri si leggono il giornale e quelli che contano, quelli che hanno chiamato i sindacalisti dal culo della provincia per votare come dicono loro, quelli lì sono nel corridoio che fanno la conta dei voti.

Franco Monti ha lo sguardo triste e parla con Tiziana Di Palma, sua fedelissima nel comitato.

- Franco, ho fatto e rifatto il conto. Stiamo sopra di tre voti. Stai tranquillo.

Monti non è ancora sicuro, il conteggio lo ha fatto pure lui, ma c'è pure qualche voto imprevedibile di qualcuno che si diverte a seguire Rosone oppure crede di fare di testa sua. Monti lo ha messo in preventivo ed il suo conto è diverso. Considerate le astensioni, può andare sotto. E se va sotto è la fine.

- Allora per fare fuori quel coglione di Rosone occorrerà chiamare Roma, inventarsi qualcosa di violento, commissariare il partito o prenderlo a picconate in testa. Sennò ci pensa la Belva a fare fuori a lui e a questa eventualità non ci voglio proprio pensare. Quel coglione impazzito di Rosone.

Monti sibila alla Di Palma.

Non ha neanche capito che stava lì solo per fare il volere di Monti e quindi della Belva, soprattutto riguardo a quelle cose così importanti, quelle cose che si contavano in centinaia di migliaia di euro in appalti, in mazzette e mattoni. Ora lui se ne sta lì, nell'altra stanza a finire quel suo discorso mongoloide su come fare la verifica dell'accordo di maggioranza con il Partito Riformista. Sì, la verifica, ci vai tu a parlare con la Belva e gli porti i punti programmatici sulla Pop Irno. Quello ti squarta. Coglione di un Rosone, pensa Monti.


La proposta è ai voti. Monti aveva visto bene. Quell'idiota di Franceschi alla fine si è lasciato convincere da Guarneri ed ora siamo pari. Ventiquattro voti a ventiquattro. Più il voto di Rosone e la frittata è fatta. Ha perso. I pazzi hanno un voto in più.


- Aspettate! Aspettate! - Tiziana Di Palma agita le braccia e sbraita attirando l'attenzione della sala- Il voto è irregolare, va ripetuto! C'è un compagno della provincia che non ha potuto votare!

Rosone è viola in volto e urla, - Il voto è regolarissimo, per un voto si fa la verifica!

Attorno scoppia il caos, i votanti si affacciano sul seggio e qualcuno prende in mano le schede con i sì e con i no. Il garante regionale cerca di mediare e di convincere le parti in lotta senza grossa convinzione. A turno se lo prendono in disparte Guarneri e Monti per suggerirgli le mosse e portarselo sulla propria sponda.

Nella bolgia dei votanti la Di Palma si azzuffa a capelli con un'altra compagna del gruppo di Rosone, mentre Monti chiude il cellulare. Non può finire così, pensa. Muoia Sansone con tutti i filistei. Meglio il caos ora che la segreteria ancora in sella. Un po' di casino e qualcuno di fiducia per portare ordine a modo mio, pensa Monti.


Nella sala entrano cinque uomini di Monti, assunti dalla cooperativa di pulizie creata dal suo assessorato, per gentile concessione della Belva. Uno di loro affronta Guarneri a muso duro. E' alto quasi due metri.

- Compagni, chi sono questi qui! Che c'entrano? Dobbiamo riportare la calma nell'assemblea, bisogna far rispettare la democrazia! - urla qualcuno.


Rosone si siede in un angolo paonazzo in volto. L'energumeno scagnozzo di Monti prende Guarneri per la giacca e gli sferra una testata sul naso. Guarneri si accascia. La riunione è finita.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

questa puntata mi piace anche perchè mi ricorda qualcosa...un dejà vu!Non credi?

ps...manca il mio blog narni nell'elenco....!

dhammapada project ha detto...

in effetti devo aggiungere "ogni riferimento è puramente casuale" !!!